64 – NAZIANZO (p390)

NENEZI oggi BEKARLAR Il nome di questa città ci richiama il grande teologo sNazianzoan Gregorio Nazianzeno, uno dei tre padri cappadoci. È raggiungibile da Aksaray, ma non c’è nulla da visitare. In compenso potrete visitare nelle vicinanze la suggestiva valle di Ihlara (o Peristrema). Questa valle è stata formata dall’erosione del fiume Melendiz, che scorre, al centro, tra il verde. È un luogo ricco di chiese e di abitazioni rupestri. Una piccola valle che una volta risuonava del brusio delle preghiere e dei canti dei numerosi monaci che qui si erano ritirati e che invece oggi conserva un religioso silenzio.

L‘ esistenza della città di Nazianzo, benché senz’altro anteriore, ci è attestata a partire dal III secolo, data in cui fu composto l’Itinerarium Antoninianum, forse una raccolta di itinerari per le truppe romane.
 Questa prosperosa cittadina che vantava d’essere stata fondata da un re, possedette una comunità cristiana già prima di Costantino. In questa raccolta Nazianzo, posta sulla strada che collegava Archelao con Tiana, risulta a 24 miglia romane da Archelao, l’odierna Aksaray. Ora, a 24 miglia da questa città ci si imbatte in Viranşehir che potrebbe perciò essere identificata con l’antica Nazianzo. Taluni, invece, preferiscono identificarla con l’attuale villaggio di Nenezi. Nel secolo IV non era più che una grossa borgata. Pare che il nome di Diocesarea, con cui era pure conosciuta, le sia stato assegnato quando i Romani, sotto Tiberio, s’impadronirono della Cappadocia (17 d.C.).

thumbs_eteria_pagina_54_immagine_0001Questa prosperosa cittadina che vantava d’essere stata fondata da un re, possedette una comunità cristiana già prima di Costantino. Il famoso Gregorio di Nazianzo ci informa, infatti, che suo padre Gregorio – un tempo appartenente alla setta etnico-ebraica degli ipsistari, ovvero adoratori di un Dio altissimo del quale si vietava ogni raffigurazione – fu battezzato dal vescovo della città e, nel 329, gli successe a capo della comunità cristiana. Tra i figli che Gregorio senior ebbe da Nonna, una fervente cristiana, spicca il già citato Gregorio detto Nazianzeno, uno dei grandi Padri cappadoci. Ancora Gregorio dichiara che suo padre costruì a Nazianzo un martyrion, una delle chiese martiriali, di forma ottagonale, tra le più antiche e monumentali dell’Asia Minore (Oratio 19)Tra i figli che Gregorio senior ebbe da Nonna, una fervente cristiana, spicca il già citato Gregorio detto Nazianzeno, uno dei grandi Padri cappadoci. Nato nel 329-30 ad Arianzo, nelle vicinanze dell’attuale Güzelyurt, Gregorio fu inviato a studiare a Cesarea di Palestina, ad Alessandria e ad Atene. Fu qui che strinse amicizia con Basilio. Tornato in patria, fu battezzato e — secondo i desideri della comunità locale ma suo malgrado— ordinato sacerdote dal padre..A motivo dell’ordinazione imposta e subita, Gregorio fuggì da Basilio ma, in seguito, se ne tornò a Nazianzo giustificando il suo allontanamento con l’immenso rispetto per il ministero sacerdotale [1].
Nel 360 suo padre sottoscrisse la formula di fede, filoariana, imposta a Rimini dall’imperatore Costanzo. Ne nacque uno scisma tra il vescovo e i numerosi monaci ed eremiti che popolavano la zona. Ad Atene strinse amicizia con Basilio.  L’intervento del giovane Gregorio riuscì a ricomporre la lacerazione causata dal padre. Quando Basilio, ormai vescovo di Cesarea, vide ridotta la sua influenza politico-religiosa a causa della divisione voluta dall’imperatore ariano Valente che divideva in due la Cappadocia, parve naturale ricorrere all’amico Gregorio perché divenisse vescovo. La sede che gli venne assegnata era una piccola borgata: Sasima.Gregorio non risiedette a Sasima; tornò invece a Nazianzo facendo da coadiutore al padre. Sotto la pressione dell’amico, Gregorio accettò e si lasciò consacrare vescovo (372) ma in un seco
ndo tempo il rancore verso Basilio dal quale si sentiva strumentalizzato per fini politici, esplose in pesanti invettive: « La salvezza delle anime dei fedeli » scrive « era il pretesto ma l’avidità del dominio era il vero motivo, per non dire: tributi e tasse, per cui il mondo si dilania » (Carm. 2,1,11 de vita sua 460 ss.).
thumbs_eteria_pagina_56_immagine_0001Gregorio non risiedette a Sasima; tornò invece a Nazianzo facendo da coadiutore al padre. Morto questi (374), resse per breve tempo la Chiesa di Nazianzo per poi ritirarsi a Seleucia d’Isauria. Alla morte di Valente (378) accolse l’invito rivoltogli da più parti di guidare la piccola comunità cattolica non ariana (Niceni) rimasta a Costantinopoli. Con l’avvento al trono di Teodosio (378), imperatore di fede nicena, Gregorio fu eletto vescovo di Costantinopoli (380). Nel concilio che l’anno successivo ebbe luogo in città, egli assunse una posizione che—non condivisa dal resto dei padri conciliari — lo portò a rassegnare le dimissioni dall’incarico di vescovo di Costantinopoli.
 Assieme a Giovanni Crisostomo fu senz’altro il miglior oratore dell’Oriente cristiano.  Tornato a Nazianzo, dopo aver eletto un vescovo che guidasse questa comunità, si ritirò ad Arianzo e qui morì nel 389-90. Sensibilissimo, bisognoso d’appoggio umano, dotato di un profondo senso dell’amicizia, Gregorio s’è mostrato uomo di grande genio. Assieme a Giovanni Crisostomo fu senz’altro il miglior oratore dell’Oriente cristiano. A quanto pare, egli è stato anche il primo scrittore greco a pubblicare il proprio epistolario. Dottrinalmente meno originale di Basilio, seppe esprimere con chiarezza spesso maggiore quanto questi aveva intuito. Infine a lui soprattutto va ascritto il merito d’aver inserito il cristianesimo al vertice della cultura antica del tempo. Dinanzi a uomini come Gregorio di Nazianzo, Basilio, Gregorio di Nissa, il paganesimo non poté più dire—come era stato fatto in precedenza— che i cristiani erano gente ignorante. Tramite loro la nuova cultura cristiana ha mostrato di non essere per nulla inferiore a quella greca. Dopo Gregorio l’esistenza a Nazianzo d’una comunità cristiana retta da un vescovo, ci è attestata sino all’885.

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA
A Nenezi:
Da Aksaray prendere la strada che porta a Ihlara; dopo 24 km deviare a sinistra per Ağaçlı. Al centro di questo paese deviare a destra. Dopo 8 km di strada sterrata si giunge a Bekarlar.

Distanze:
da Aksaray km 24
da Nevşehir km 75

Provincia: Nevşehir
Aeroporto: Kayseri

A Ihlara:
11 km dopo Aksaray, sulla strada che congiunge questa città a Nevşehir, si devia sulla destra per giungere, dopo una successiva deviazione, al punto di accesso alla valle. Una ripida scalinata vi farà scendere i 150 mt di dislivello.

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
Nenezi è un piccolo villaggio che non offre assolutamente nulla da visitare.

NELLE VICINANZE
Nella valle di Ihlara potrete visitare varie chiese rupestri, alcune delle quali con affreschi.
Vi segnaliamo:
* La Eğri Taş Kilisesi, antica chiesa dedicata alla Panaghia, interessante perché esce dal tipico repertorio iconografico rappresentando la visita dei Magi, il rinnegamento di Pietro e l’agonia di Gesù nel Getsemani.
* La Sümbülϋ Kilise (Chiesa dei giacinti), sormontata dal monastero, ha gli affreschi in buona parte rovinati.
* La Yılanlı Kilise (Chiesa del serpente), in cui è rappresentato, con colori forti e vivi, il giudizio universale. Vi sono alcune tombe in una piccola cappella funeraria.
La Ağaç Altı Kilisesi (Chiesa sotto l’albero), probabilmente la più antica che presenta gli affreschi meglio conservati, anche se piuttosto grossolani.
La Kırk Dam Altı Kilisesi (Chiesa dei quaranta tetti), dedicata a san Giorgio, molto venerato in queste regioni. I dipinti, in buona parte rovinati, raffigurano san Giorgio, l’Ascensione e la Trasfigurazione.
La Direkli Kilise (Chiesa dei pilastri), databile in base allo stile e ai colori degli affreschi, in pessimo stato, attorno all’XI sec.
La chiesa a croce greca fa parte di un complesso monastico.

SEMPRE NELLE VICINANZE
Güzelyurt, a 15 km da İlhara si trova Gϋzelyurt (l’antica Karbala), simpatico villaggio agricolo in cui si conserva una chiesa bizantina dedicata a san Gregorio Nazianzeno, ora trasformata in moschea, e altre chiese nel villaggio rupestre.
*Ağzıkara Han, dopo 13 km partendo dalla industriosa città diAksaray per la strada di Nevşehir, si trova questo bel caravanserraglio ancora intatto. Uno dei migliori di tutta la Turchia.
* Çanlı Kilise, a 20 km da Aksaray. È una bella chiesa bizantina in buon stato di conservazione.
* Kızıl Kilise (Chiesa Rossa), chiesa paleocristiana, risalente al V secolo, che si trova 2 km oltre il villaggio di Sivrihisar, e conserva una struttura ancora integra. Splendida nell’insieme del paesaggio: in mezzo al verde della campagna su un passo di 1600 mt circa.

FONTI STORICHE

GLI ALTISSIMI DOVERI DEL SACERDOTE
Poni che qualcuno si sia preservato puro da ogni peccato, anche in grado sommo; non credo che ciò sia sufficiente per chi deve educare gli altri alla virtù. A chi viene affidato questo compito, non basta solo il non essere cattivo – questo è vergognoso anche per la massa – ma deve eccellere nella virtù, in forza del comando: « Sta’ lontano dal male e compi il bene » (Sal 36,27). Non basta solo che cancelli dall’anima le immagini scorrette, ma deve scrivervi quelle giuste, tanto da eccellere in virtù più di quanto è preminente in dignità. Non deve conoscere misura nel bene e nell’ascesa spirituale. Non deve considerare tanto ciò che ha ottenuto come un guadagno quanto ciò che ancora gli manca come un danno. Quanto egli ha guadagnato lo sfrutti sempre come mezzo per andare più avanti. Se siamo migliori della massa non siamone superbi; piuttosto umiliamoci se siamo ancora inferiori ai doveri del nostro ufficio. Commisuri i propri progressi alla luce della legge, non del comportamento degli altri, tanto se cattivi quanto se avanzati in virtù. Non misuri cioè su una ben misera bilancia la virtù che dobbiamo a Dio altissimo dal quale e per il quale tutto esiste (1Cor 8,6). Non creda che per tutti vada bene lo stesso: l’età non è uguale per tutti, né i tratti del volto, né la natura degli animali, la qualità dei terreni, la bellezza e la grandezza delle stelle; ma sia convinto che per la gente comune è male compiere azioni perverse, degne di castigo, che sono sotto il duro potere della legge; ma per chi ha un ufficio o una dignità è male non essere eccellente e non progredire continuamente nella virtù, tanto da ottenere di attrarre la massa a virtù sufficiente, non dominandola con la forza, ma guadagnandola con la persuasione.
(Gregorio di Nazianzio, II sacerdozio, 2,14-15, in La teologia dei Padri, vol. IV, a cura di G. Mura, Roma 1975, 107)