04 – AFRODISIA (p46)

AFRODISIA oggi Aphrodisias AAfrodisiantica capitale della Caria, dal VII secolo denominata Stauropolis, « Città della Croce », è un luogo che non richiama però particolari glorie cristiane, anche se il cristianesimo vi giunse assai presto. È però uno dei centri archeologici più suggestivi e attraenti della Turchia. Gli scavi condotti sul luogo ove sino a pochi anni fa sorgeva un placido villaggio agricolo con orti e coltivazioni varie, hanno messo in luce reperti archeologici di un valore unico. Merita senz’altro una visita.

Le origini di Afrodisia sembrano rimontare all’età del bronzo (3000 a.C.). Il suo nome è legato al culto di Afrodite che qui fu particolarmente venerata. Sono ancora visibili alcuni resti del santuario dedicato alla dea nel I secolo a.C., dotato del diritto d’asilo[1]. Il suo nome è legato al culto di Afrodite che qui fu particolarmente venerata. Questo tempio nel V secolo venne trasformato in chiesa Questo tempio nel V secolo venne trasformato in chiesa. thumbs_afrodisia01

Il periodo di massimo splendore di Afrodisia rimonta ai primi tre secoli dell’era cristiana.
L’attività primaria di questa fiorente cittadina di medie dimensioni (si pensi che lo stadio tuttora visibile aveva una capienza di 20.000 posti) fu la lavorazione del marmo compiuta in diverse officine.
Da un punto di vista culturale, il nome di Afrodisia è legato a quello di Alessandro, originario della città e professore di filosofia ad Atene tra il 198 e il 211 d.C.
Fu opinione comune ritenerlo il miglior commentatore di Aristotele, anzi, per certe intuizioni, persino superiore allo Stagirita. Ciò giustifica perché lo si sia chiamato anche secondo Aristotele [2].
L’esistenza ad Afrodisia di un palazzo episcopale del quale è possibile osservare ancora diverse rovine, ci richiama alla presenza cristiana in questa città. Il fatto che essa costituisse una metropoli ecclesiastica lascia supporre che qui il cristianesimo sia giunto assai presto, presumibilmente da Efeso.
Sappiamo che sotto Diocleziano due cristiani, Diodoto e Rodopiano, furono lapidati a morte nel foro della città. Sappiamo che sotto Diocleziano due cristiani, Diodoto e Rodopiano, furono lapidati a morte nel foro della città. L’elenco dei vescovi di Afrodisia che conosciamo inizia con Ammonio, presente al concilio di Nicea (325). Non sembra però che il cristianesimo – ancora oltre la metà del IV secolo – abbia raccolto pieni consensi in questa città
se gli abitanti dedicarono una statua al suo fondatore (benefattore), il pagano neoplatonico Asclepiodoto che – presumibilmente in connessione con il progetto restaurativo di Giuliano l’Apostata – svolse ad Afrodisia un’intensa propaganda a favore del paganesimo.

thumbs_afrodisia02La situazione pare essersi alquanto mutata con il vescovo Eumenio che figura fra i Padri del I concilio di Costantinopoli (381). Segnali di questo mutamento paiono essere l’erezione d’una statua nella metropoli di Afrodisia all’imperatrice Elia Flavia Flaccilla, moglie di Teodosio e ferventissima cristiana. Pare altresì da situare in questo tempo la trasformazione del tempio diAfrodite in una basilica cristiana.
Nel V secolo questa metropoli della Caria ci è nota attraverso il nome dei suoi vescovi: Ciro, presente tanto al concilio di Efeso (431) che al successivo Latrocinio efesino (449); Eufemio, deposto a causa del monofisismo da lui professato (518); Severiano, intervenuto al V concilio ecumenico (II di Costantinopoli: 533). Il suo successore, Paolo, fu ordinato metropolita di Afrodisia nel 558 dal monofisita Giacomo Baradeo.
Costretto a ritrattare il monofisismo dal patriarca di Costantinopoli Giovanni, Paolo venne da lui rinviato ad Afrodisia per essere deposto e riordinato vescovo della vicina città d’Antiochia dal metropolita di fede calcedonese a lui successo sulla sede di Afrodisia. Ebbe così luogo uno strano caso di riordinazione episcopale.Nel VII secolo l’antico nome di Afrodisia è soppiantato dal nuovo nome di Stauropolis (Città della Croce).

thumbs_afrodisia03Nel VII secolo l’antico nome di Afrodisia è soppiantato dal nuovo nome di Stauropolis (Città della Croce). Ancora in epoca bizantina la città subì diversi mutamenti con l’utilizzo di materiale proveniente da antichi edifici. Progressivamente lo splendore di Afrodisia scomparve. Sta ritornando alla luce ai nostri giorni per opera di archeologi italiani, francesi e per l’interessamento dell’università di New York.

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA

Per giungere adAfrodisia occorre lasciare la E24 che da Aydın va a Denizli, prendendo la strada secondaria di Geyre.A40 km ca. da questa deviazione troverete l’antica città.
Invece di ritornare sui vostri passi potrete proseguire per Denizli, continuando per questa strada secondaria. Il paesaggio è bello e suggestivo, ma dopo Afrodisia la strada si fa tortuosa, prima di ridiscendere a Denizli.
La visita di Afrodisia richiede una mezza giornata. Essa comprende un moderno museo e le rovine. Gli scavi di anno in anno procedono e si ha così la piacevole sorpresa di trovare sempre nuovi reperti restaurati.

Distanze:
da İzmir km 223
da Efeso km 150
da Aydın km 98
da Denizli km 96

Provincia: Aydın
Aeroporto: Izmir

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
** Teatro. Uno dei meglio conservati della Turchia, della fine del periodo ellenistico, fu ampliato dai romani e utilizzato nel periodo bizantino a scopi difensivi.
*** Stadio. Pressoché intatto, capace di circa 20.000 posti, è forse il meglio conservato dell’antichità.
** Odeon. Anche questo molto ben conservato, un vero piccolo gioiello d’arte.
** Il Tetrapylon, la porta monumentale che collegava il cardo maximus al tempio di Afrodite.
* Museo archeologico. Particolarmente ricco di sculture, dall’epoca arcaica a quella bizantina.
Terme di Adriano. Un imponente edificio costruito sotto il regno di Adriano.
Tempio di Afrodite, costruito nel I sec. a.C., trasformato poi in basilica cristiana nel V sec. d.C.
Palazzo dei Vescovi, eretto nel IV sec. e utilizzato sino al XII sec.

FONTI STORICHE

PRIVILEGI CONCESSI DA ROMA AD AFRODISIA
Ad Afrodisia Marco Antonio mettendo in esecuzione gli « acta » di Cesare confermala libertà e il diritto d’asilo.
Lettera di Cesare…
…stabilirono così: è piaciuto al senato che i cittadini di Plarasia eAfrodisia, come ha decretato G. Cesare avendo gli stessi diritti e vantaggi, siano liberi.
La città dei plarensi e dei cittadini d’Afrodisia può usare del diritto d’aver propri tribunali e non le è richiesta promessa formale di obbedienza. E i premi, gli onori e i benefici che la costituenda repubblica ha attribuito per decreto agli abitanti di Plarasia e d’Afrodisia, rimangano attribuiti a quelle cose che sono state concesse, rimangano concesse e ratificate.
È altresì piaciuto al senato che il popolo di Plarasia e d’Afrodisia possa fruire della libertà e dell’immunità, infatti una città che è retta da un diritto e da una legge ottima e che pertanto ottiene dal popolo romano la libertà e l’immunità è da ritenere amica e diviene confederata.
Inoltre il tempio della dea Venere nella città di Plarasia e d’Afrodisia goda degli stessi diritti d’asilo e della stessa venerazione che competono al tempio della dea Efesia d’Efeso e, tanto nell’ambito del sacrario che entro il tempio, possegga il diritto d’asilo.
Poiché dunque la città e i cittadini di Plarasia e d’Afrodisia assieme ai loro villaggi, campi, fattorie, colline, rendite, sono venuti in amicizia del popolo romano, si stabilisce che abbiano, posseggano, usino e fruiscano di tutte queste cose e che per nessuna ragione debbano mai pagare un tributo per esse. Ma essi, a riguardo di tutti i loro beni mantengano il potere qui concesso e ne usino e ne traggano vantaggio.
Così è stato deliberato.
(in Fontes Juris romani antejustiniani, pars prima, ed. Salvator Riccobono, Florentiae 1943, 269-272, trad. di L. Padovese, Roma 1987)

UN DIO PRESENTE NEL MONDO
Dicono che questo mondo, essendo uno e contenendo in sé tutti gli esseri, ed essendo governato da una natura vivente e razionale e pensante, ha il governo eterno degli esseri, secondo una concatenazione e un ordine preesistenti, per cui sono i primi fatti causa di quelli successivi, e tutti in questo modo bisognosi gli uni degli altri; e così nulla in esso mondo avviene che non dipenda in tutto da esso e non abbia alcunché di altro legato a sé come a causa, né alcuno dei fatti sopravvenienti può esser disciolto dai precedenti, sì da non seguir a essi come insieme necessitato; ma a ogni fatto ne segue un altro, sospeso a esso necessariamente come a causa, e ogni fatto ne ha uno prima di sé, cui è sospeso come a causa … E fato e natura e ragione, secondo cui tutto si governa, dicono essere Dio, presente nelle cose per propria natura alla economia del tutto.
(Alessandro, De Fato, 22, 197, 30, in Il pensiero antico, a cura di R.Mondolfo, Firenze 1961, 392)