Fondata da Seleuco I Nicatore († 282 a.C.) con coloni di Magnesia. Sotto Diocleziano Antiochia venne separata dalla Galazia ed assieme ad altri territori dell’Asia e della Panfilia fece parte della nuova provincia della Pisidia della quale divenne anche capitale Antiochia di Pisidia si trovava ai confini della regione omonima. I Romani la dichiararono città libera (188 a.C.). Nel 39 a.C. essa fu però concessa in dono da Antonio al re della Galazia, Aminta;
dopo la sua morte ritornò in possesso di Roma (25 a.C.) che vi continuò il processo di romanizzazione espresso anche dalla denominazione di Colonia Cesarea Antiochia. Non a caso qui furono esposte le Res gestae divi Augusti, scoperte nel 1914 in testo latino, incise su dieci lastre di pietra, e conformi a quelle del Monumentum Ancyranum. Sotto Diocleziano Antiochia venne separata dalla Galazia ed assieme ad altri territori dell’Asia e della Panfilia fece parte della nuova provincia della Pisidia della quale divenne anche capitale. Situata presso la grande strada commerciale che da Efeso, attraverso l’Asia Minore, portava in Oriente, essa godette presto di una notevole prosperità. Vi risiedeva pure un’importante comunità giudaica alla quale i Seleucidi avevano concesso diritti civili.Paolo giunse ad Antiochia di Pisidia con Barnaba nel suo primo viaggio missionario verso il 47 d.C. provenendo da Perge (At 13,14-52). Paolo giunse ad Antiochia di Pisidia con Barnaba nel suo primo viaggio missionario. Il sabato successivo al loro arrivo si recarono alla sinagoga per il culto. Dopo la lettura della Scrittura, invitati a parlare, Paolo prese la parola e rivolse all’assemblea, composta di Giudei e di pagani aderenti allo yahwismo, l’annuncio cristiano. Il discorso tenuto da Paolo in quella circostanza, e che gli Atti ci riferiscono, costituisce un esempio e una sintesi della predicazione missionaria dell’Apostolo ai Giudei. Percorrendo le tappe salienti della storia della salvezza dell’Antico Testamento fino a Giovanni Battista, egli giunge alla proclamazione di Gesù, Messia e Figlio di Dio, imperniata sulla sua Risurrezione che presenta quale realizzazione delle profezie messianiche. L’effetto della sua parola fu sorprendente e lusinghiero. L’effetto della sua parola fu sorprendente e lusinghiero.Mentre, finito il servizio religioso, Paolo e Barnaba uscivano dalla sinagoga « li pregavano di esporre ancora queste cose nel prossimo sabato.
Sciolta poi l’assemblea,molti Giudei e proseliti credenti in Dio seguirono Paolo e Barnaba ed essi, intrattenendosi con loro, li esortavano a perseverare nella grazia di Dio » (At 13,42-43). Ma anche qui l’atteggiamento chiuso e ostile di una parte della comunità giudaica mal sopportava l’adesione che i missionari cristiani riscuotevano e si ribellò loro apertamente. « Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola di Dio. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono pieni di gelosia e contraddicevano le affermazioni di Paolo, bestemmiando. Allora Paolo e Barnaba con franchezza dichiararono: “Era necessario che fosse annunziata a voi per primi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco, noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: Io ti ho posto come luce per le genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”. All’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano Dio e abbracciarono la fede tutti quelli che erano destinati alla vita eterna. La parola di Dio si diffondeva per tutta la regione » (At 13,44-49). L’apostolato di Paolo e Barnaba continuò per un certo tempo, forse un anno, tra vari pericoli e vessazioni, finché gl’intrighi dei Giudei li fecero espellere definitivamente « I Giudei sobillarono le donne pie di alto rango e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Barnaba e li scacciarono dal loro territorio.
Allora essi, scossa contro di loro la polvere dai piedi, andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo » (At 13,50-52). I due apostoli ritornarono ancora ad Antiochia di Pisidia al rientro da questo loro primo viaggio missionario e vi si fermarono brevemente per rianimare la comunità e organizzarla gerarchicamente (At 14,21-23). Le difficoltà e le persecuzioni incontrate in questa città da parte dei Giudei dovettero essere notevoli, se Paolo al termine della sua vita le ricorderà espressamente nella sua 2ª Lettera a Timoteo (3,11). Dopo le informazioni forniteci dagli Atti, la comunità cristiana di Antiochia rimane in penombra. Non va però dimenticato che « il cristianesimo si propagò con meravigliosa rapidità alla fine del I e nel II secolo nella parte della Frigia lungo la via da Antiochia di Pisidia a Efeso e nelle vicinanze di Iconio » (v. Ramsey). Dopo le informazioni degli Atti, la comunità cristiana di Antiochia rimane in penombra A questa diffusione del messaggio cristiano adAntiochia e nelle regioni circonvicine concorse il fatto quasi provvidenziale d’una fitta rete stradale fatta costruire da Augusto nel 6 a.C. per difendere la provincia della Galazia e tenere a freno le tribù dei montanari di Pisidia e d’Isauria. Centro militare di questo sistema viario era proprio Antiochia di Pisidia che Augusto volle fosse collegata con tutte le numerose colonie romane e fortezze lungo i margini del Tauro. Alla metà del III secolo dalla cristianità di Antiochia emerge il nome diAcacio che assai presumibilmente vi fu vescovo durante la persecuzione di Decio (249-252).
Alla metà del III secolo dalla cristianità di Antiochia emerge il nome di Acacio che assai presumibilmente vi fu vescovo durante la persecuzione di Decio. Gli Atti del processo ci sono stati conservati e si presentano più come una disputa intellettuale traAcacio e il proconsole che come il verbale di un processo. Curiosa la loro conclusione che mostra come Decio, venuto a conoscenza della disputa, promosse il proconsole e fece liberare il vescovo [1]. La Chiesa di Antiochia torna alla ribalta a motivo di una cristiana di nome Marina che subì il martirio in data imprecisata. L’autore della sua Passio fu un certo Timoteo che pur arricchendo la narrazione di episodi fantasiosi, attesta per il V secolo l’esistenza di una cappella dedicata a questa santa che anche in Occidente ebbe un culto assai diffuso. Marina, nota anche sotto il nome di Margherita, compare infatti fra i 14 santi ausiliatori. È certo che la comunità cristiana di Antiochia fu fortemente provata nella persecuzione di Diocleziano. La città apparteneva infatti al territorio sottomesso a Galerio che, come sappiamo, adottò una tenace e vigorosa politica anticristiana. La Chiesa di Antiochia torna alla ribalta a motivo di una cristiana di nome Marina che subì il martirio in data imprecisata. Agli inizi del IV secolo la Chiesa antiochena è retta dal vescovo Sergiano il primo—oltre adAcacio—di cui conosciamo il nome e che partecipò al concilio di Ancira del 314.
Stranamente, invece Antiochia non appare rappresentata nel successivo concilio di Nicea. Nel periodo posteriore a Nicea il vescovo di Antiochia, Optimo, figura tra i più accesi sostenitori dell’ortodossia e il suo nome è posto tra gli uomini con i quali—secondo un editto di Teodosio il Grande (381) — occorre confrontarsi per sentirsi nella ortodossia. Amico di Basilio di Cesarea e di Gregorio di Nazianzo, Optimo prese successivamente posizione a favore di Giovanni Crisostomo.Un personaggio di spicco fu anche il suo successore Tranquillino, che compare in testa a una petizione sottoscritta da 68 vescovi asiatici al fine di posticipare l’inizio del concilio di Efeso del 431. Nel periodo posteriore a Nicea il vescovo di Antiochia, Optimo, figura tra i più accesi sostenitori dell’ortodossia Al Latrocinio efesino del 449 quale vescovo di Antiochia è nominato ancora Tranquillino che, dopo aver sottoscritto l’anno prima la condanna di Eutiche, qui ritornò sui suoi passi e sottoscrisse invece la condanna del patriarca Flaviano di Costantinopoli. La serie dei vescovi di Antiochia che conosciamo soltanto per nome termina con Teodoro (553).