08 – AMASEA (p62)

AMASEA oggi AMASYA CapAmaseaoluogo di provincia, sorge nella vallata del fiume Yeşilırmak, ed è pigramente distesa attorno a una superba fortezza. Capitale del regno del Ponto, nel periodo ellenistico, col suo re Mitridate, per lungo tempo tenne testa persino alla grande Roma. Oggi però di quello splendido periodo rimangono solo alcune tombe ellenistiche. Gli altri monumentisono di epoca musulmana.

Fondata in epoca anteriore alla conquista dell’Asia Minore da parte di Alessandro Magno, Amasea acquistò rinomanza e splendore sotto la famiglia dei Mitridati che qui risiedettero sino al 183 a.C. e che la scelsero quale capitale del regno del
Ponto. Una tradizione tardiva fa risalire l’evangelizzazione della città ad Andrea e a Pietro che vi avrebbero insediato come primo vescovo Niceto. Passata in mano ai Romani dopo la disfatta di Mitridate,Amasea divenne metropoli civile e in seguito anche religiosa del Ponto Galatico. Quando, alla metà del II secolo, la precedenza politica passò a Neocesarea,Amasea mantenne il titolo di metropoli e continuò a chiamarsi Città prima del Ponto [1]. La perdita del prestigio politico non costituì un danno tanto grave per la vita culturale di
questa città che diede i natali al celebre storico e geografo Strabone (64/63 a.C. – almeno 21 d.C.).
In rapporto al cristianesimo, se si eccettua la notizia dello scrittore pagano Luciano — peraltro generica — secondo la quale verso il 170 tutto il paese (il Ponto) è pieno di atei e di cristiani (Alexand. sive pseudoproph., 25, 38), niente di preciso conosciamo circa le sue origini.

thumbs_prova_pagina_10_immagine_0001Una tradizione tardiva fa risalire l’evangelizzazione della città ad Andrea e a Pietro che vi avrebbero insediato come primo vescovo Niceto.
Per certo siamo informati che nella prima metà del III secolo la Chiesa diAmasea ebbe a capo Faidimo, il quale elesse a vescovo di Neocesarea Gregorio il Taumaturgo, discepolo di Origene. La successione dei vescovi di Amasea continua con Atenodoro e Basilio sotto il quale scoppiò la persecuzione di Diocleziano (303 d.C.). Qualche anno più tardi, sotto l’impero di Galerio (305-312), in città venne martirizzato un giovane soldato di nome Teodoro. La
stessa sorte toccò in seguito anche al vescovo Basilio. In epoca tardiva, presumibilmente intorno al 400, a capo della comunità cristiana di Amasea troviamo Asterio (378/395- 400/431). Formatosi culturalmente ad Antiochia sotto la guida d’uno schiavo scita, di questo vescovo ci sono conservate almeno 18 omelie di notevole interesse per la ricostruzione della vita cristiana del tempo in Amasea.  Qualche anno più tardi, sotto l’impero di Galerio (305-312), in città venne martirizzato un giovane soldato di nome Teodoro. 
Non indulgendo troppo su speculazioni cristologiche, questo servo del crocifisso che ritiene il sacerdozio non come una signoria bensì come un servizio (Omelia 8, 296), mostra nella sua predicazione un interesse per i bisogni immediati della sua comunità.
Benché la sua propensione per l’ideale ascetico, assai coltivato nei diversi monasteri di Amasea, sia evidente, forse nessuno dei predicatori a lui contemporanei ha espresso in tratti così delicati e profondi l’amore coniugale e la gioia del focolare domestico.

thumbs_prova_pagina_10_immagine_0002Ad Asterio successe nella cattedra episcopale Palladio che prese parte al concilio di Efeso (431).
Qualche anno più tardi, nella storia della Chiesa di Amasea, emerge la figura di Eutichio, ieromonaco e archimandrita, designato dall’imperatore Giustiniano come patriarca di Costantinopoli (552). In quanto tale egli presiedette al V concilio ecumenico (II di Costantinopoli). Deposto dallo stesso imperatore, si ritirò in esilio nel suo antico monastero di Amasea (565). Richiamato qualche anno dopo a occupare la sede patriarcale di Costantinopoli, morì in questa città nel 582. Ancora nel VII secolo Amasea mantenne la sua importanza di Chiesa metropolitana con sei Chiese suffraganee.   Ancora nel VII secolo Amasea mantenne la sua importanza di Chiesa metropolitana con sei Chiese suffraganee. Naturalmente,
anche il suo destino seguì le sorti dell’impero bizantino. Inglobata nel regno di Trebisonda (XIII sec.) non perse la sua influenza che in periodo assai tardivo. Nondimeno, ancora fino al 1922 Amasea figurava come Chiesa metropolitana delle comunità cristiane greco-ortodosse.

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA
Al 97° km della strada che va da Samsun adAnkara si trova la deviazione per Amasya.

Distanze:
da Ankara km 352
da Samsun km 127
da Sivas km 220

Provincia: Amasya
Aeroporto: Samsun.

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
* La Fortezza. Costruita sul luogo dell’antica acropoli, fu varie volte rinforzata e ristrutturata nelle successive epoche. In buon stato di conservazione.
* La Sultan Beyazıt Camii (1485), ispirata all’architettura bizantina, questa moschea è degli inizi dell’arte ottomana.
Il Cimitero dei re, con alcune grandiose tombe di epoca ellenistica scavate nella roccia, in cui furono seppelliti 12 sovrani del Ponto. È del III sec. a.C.
Dei diversi mausolei che qui sono stati costruiti dal XII al XV secolo, spicca il Mausoleo di Torumtay, del 1266, tipico esempio dello stile selgiuchide.
La Gök Medrese, edificata nel 1287, fu originariamente moschea e scuola coranica.
La Beyazıt Paşa Camii (1419).
Museo archeologico.

 

FONTI STORICHE

DESCRIZIONE DI AMASEA
La mia patria (Amasea) è situata in una valle profonda e grande, per la quale scorre il fiume Iri. Essa è mirabile così per l’arte che v’adoperarono gli uomini, come per quello che vi fece la natura: e può anche servire come un castello; perocché è una roccia alta e scoscesa che cade a picco sul fiume stesso, lungo il quale la città è fabbricata; dall’altra risale a manca e a destra fino a due sommità, che sono uguali fra loro e perfettamente munite di torri. In quel cerchio di mura si comprendono la reggia e le tombe dei re. Le due sommità poi hanno una gola angustissima, di cinque o sei stadii d’altezza, che va alla sponda del fiume o ai sobborghi della città. Da quelle gole fino alla sommità già dette, resta ancora per lo spazio di circa uno stadio una salita difficile, e non superabile da nessuna forza. L’acqua si conduce alla città per mezzo di due canali scavati nella roccia, l’uno dei quali finisce al fiume, l’altro alla gola predetta. Il fiume è attraversato da due ponti: l’uno dalla città nel sobborgo, l’altro dal sobborgo ai luoghi circonvicini: e a questo ponte finisce la montagna ond’è signoreggiata quella roccia. La valle, partendosi dal fiume, si allarga; sicché dove prima era di piccola ampiezza, si va facendo spaziosa, e forma il piano detto Chiliocomo.
(Strabone di Amasea, Geografia, trad. di F. Ambrosoli, Milano 1834)