Fondata in epoca anteriore alla conquista dell’Asia Minore da parte di Alessandro Magno, Amasea acquistò rinomanza e splendore sotto la famiglia dei Mitridati che qui risiedettero sino al 183 a.C. e che la scelsero quale capitale del regno del
Ponto. Una tradizione tardiva fa risalire l’evangelizzazione della città ad Andrea e a Pietro che vi avrebbero insediato come primo vescovo Niceto. Passata in mano ai Romani dopo la disfatta di Mitridate,Amasea divenne metropoli civile e in seguito anche religiosa del Ponto Galatico. Quando, alla metà del II secolo, la precedenza politica passò a Neocesarea,Amasea mantenne il titolo di metropoli e continuò a chiamarsi Città prima del Ponto [1]. La perdita del prestigio politico non costituì un danno tanto grave per la vita culturale di
questa città che diede i natali al celebre storico e geografo Strabone (64/63 a.C. – almeno 21 d.C.).
In rapporto al cristianesimo, se si eccettua la notizia dello scrittore pagano Luciano — peraltro generica — secondo la quale verso il 170 tutto il paese (il Ponto) è pieno di atei e di cristiani (Alexand. sive pseudoproph., 25, 38), niente di preciso conosciamo circa le sue origini.
Una tradizione tardiva fa risalire l’evangelizzazione della città ad Andrea e a Pietro che vi avrebbero insediato come primo vescovo Niceto.
Per certo siamo informati che nella prima metà del III secolo la Chiesa diAmasea ebbe a capo Faidimo, il quale elesse a vescovo di Neocesarea Gregorio il Taumaturgo, discepolo di Origene. La successione dei vescovi di Amasea continua con Atenodoro e Basilio sotto il quale scoppiò la persecuzione di Diocleziano (303 d.C.). Qualche anno più tardi, sotto l’impero di Galerio (305-312), in città venne martirizzato un giovane soldato di nome Teodoro. La
stessa sorte toccò in seguito anche al vescovo Basilio. In epoca tardiva, presumibilmente intorno al 400, a capo della comunità cristiana di Amasea troviamo Asterio (378/395- 400/431). Formatosi culturalmente ad Antiochia sotto la guida d’uno schiavo scita, di questo vescovo ci sono conservate almeno 18 omelie di notevole interesse per la ricostruzione della vita cristiana del tempo in Amasea. Qualche anno più tardi, sotto l’impero di Galerio (305-312), in città venne martirizzato un giovane soldato di nome Teodoro.
Non indulgendo troppo su speculazioni cristologiche, questo servo del crocifisso che ritiene il sacerdozio non come una signoria bensì come un servizio (Omelia 8, 296), mostra nella sua predicazione un interesse per i bisogni immediati della sua comunità.
Benché la sua propensione per l’ideale ascetico, assai coltivato nei diversi monasteri di Amasea, sia evidente, forse nessuno dei predicatori a lui contemporanei ha espresso in tratti così delicati e profondi l’amore coniugale e la gioia del focolare domestico.
Ad Asterio successe nella cattedra episcopale Palladio che prese parte al concilio di Efeso (431).
Qualche anno più tardi, nella storia della Chiesa di Amasea, emerge la figura di Eutichio, ieromonaco e archimandrita, designato dall’imperatore Giustiniano come patriarca di Costantinopoli (552). In quanto tale egli presiedette al V concilio ecumenico (II di Costantinopoli). Deposto dallo stesso imperatore, si ritirò in esilio nel suo antico monastero di Amasea (565). Richiamato qualche anno dopo a occupare la sede patriarcale di Costantinopoli, morì in questa città nel 582. Ancora nel VII secolo Amasea mantenne la sua importanza di Chiesa metropolitana con sei Chiese suffraganee. Ancora nel VII secolo Amasea mantenne la sua importanza di Chiesa metropolitana con sei Chiese suffraganee. Naturalmente,
anche il suo destino seguì le sorti dell’impero bizantino. Inglobata nel regno di Trebisonda (XIII sec.) non perse la sua influenza che in periodo assai tardivo. Nondimeno, ancora fino al 1922 Amasea figurava come Chiesa metropolitana delle comunità cristiane greco-ortodosse.
NOTE DI VIAGGIO