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CIZICO – CYZICOKyzikos in greco,Cizico pare abbia avuto la sua origine dai Pelasgi nel II millennio a.C., ma ebbe il momento di maggior importanza a partire dal V sec. a.C. La sua importanza era dovuta al traffico mercantile del Mar di Marmara. Tuttavia della sua gloriosa storia, durata sino al tempo dei crociati, resta ben poco.

La tradizione vuole che verso il 756 a.C. siano stati dei coloni di Mileto a fondarla. Per la sua favorevole posizione commerciale e difensiva, essa rivaleggiò con Bisanzio.
 Per la sua favorevole posizione commerciale e difensiva, essa rivaleggiò con Bisanzio.  Tutto il naviglio del Mar di Marmara passava infatti per Cizico, evitando la sponda settentrionale. Prima soggetta alla Lidia, la città cadde poi sotto il dominio di Ciro di Persia. Dopo le guerre persiane entrò nella lega attica, ma se ne staccò prima della battaglia che si svolse nelle sue acque, e nella quale l’ateniese Alcibiade sconfisse la flotta spartana (410 a.C.). Dopo diverse vicissitudini politiche, Cizico si alleò con i re attalidi di Pergamo. Anche dopo la costituzione della provincia dell’Asia rimase città libera. Ma sotto Augusto essa perdette la sua libertà a causa dell’uccisione di cittadini romani, probabilmente dei concorrenti commerciali (20 a.C.).
 Sappiamo che il terremoto verificatosi nel 543 offrì all’imperatore Giustiniano l’opportunità d’impiegare i marmi della città per la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli.  Nel 25 d.C. l’imperatore Tiberio gliela tolse del tutto, come ritorsione al fatto che la città aveva imprigionato dei cittadini romani e aveva trascurato il servizio al tempio di Augusto. Sotto Caligola (12-41 d.C.) e poi sotto Adriano (117-138 d.C.) Cizico ottenne il neocorato. Invasa e devastata dai Goti nel 267, ebbe ancor più a soffrire per una serie di terremoti. Sappiamo che quello verificatosi nel 543 offrì all’imperatore Giustiniano l’opportunità d’impiegare i marmi della città per la chiesa di Santa Sofia a Costantinopoli. Presa dagliArabi nel 675, Cizico cadde fatalmente in rovina a seguito del terremoto verificatosi nel 1063. Il fervente traffico commerciale della città, che costituiva il motivo del benessere espresso nella ricchezza dei suoi edifici, s’esplicitò anche nella presenza di numerosi templi. Il retoreAristide annota come « i templi si sono divisa la città come se gli dèi facessero a gara tra di loro nel darle protezione » (Panegirico di Cizico). La divinità principale era la madre degli dèi, la frigia Cibele.
Pare che il cristianesimo sia giunto nella città già nel I secolo, come vuole una tradizione che ascrive ad Andrea e a Filippo l’evangelizzazione di queste zone. Stando alla notizia di Atti 16,6 secondo cui lo Spirito « non permise a Paolo…d’annunciare la parola di Dio nella provincia dell’Asia », è verosimile che l’Apostolo, trovandosi allora in Misia, sia passato per Cizico o dalle sue vicinanze per recarsi a Troade, da dove si imbarcò per la Macedonia. Pare che il cristianesimo sia giunto nella città già nel I secolo, come vuole una tradizione che ascrive ad Andrea e a Filippo l’evangelizzazione di queste zone.  Al di là di queste legittime supposizioni, il nome di Cizico compare in occasione della persecuzione di Decio (249-252). Ci è infatti tramandato il nome di Miron, un cristiano qui martirizzato. Anche sotto Diocleziano (303) la comunità ivi residente offrì il suo contributo inmartiri alla causa cristiana. Qualche anno più tardi, sotto Licinio (314-324), venne giustiziato anche il figlio di un vescovo della Frigia di nome Neogene, rifiutatosi di prestare servizio militare. La nuova ripartizione territoriale voluta da Diocleziano e la conseguente elevazione di Cizico a metropoli politica dell’Ellesponto ne accrebbe l’autorità anche da un punto di vista ecclesiale. Originario della città fu Germinio, un ariano di tendenze moderate, eletto vescovo di Sirmio in sostituzione di Fotino (351-376). Di diverso orientamento dottrinale ci appare Eleusio, vescovo di Cizico dal 358 ed esponente di spicco degli omeusiani. Dallo storico Socrate apprendiamo che egli fece distruggere nella città una chiesa appartenente ai novaziani provocando le ire dell’imperatore Giuliano, che gli comminò una forte multa e gli impose la ricostruzione dell’edificio distrutto nel giro di due mesi (H.E., III,11). Dal canto suo Sozomeno ci offre preziose informazioni sulla reviviscenza del paganesimo e sul comportamento di Eleusio, nei termini che seguono: « Gli abitanti di Cizico avevano indirizzato un messaggio all’imperatore concernente i loro affari e la ricostruzione dei templi ellenistici. Giuliano lodò il loro zelo e concesse loro tutto quel che avevano richiesto.
  Dal canto suo Sozomeno ci offre preziose informazioni: «Gli abitanti di Cizico avevano indirizzato un messaggio all’imperatore concernente la ricostruzione dei templi ellenistici. Giuliano l’Apostata lodò il loro zelo e concesse loro tutto quel che avevano richiesto ».  Egli cacciò dalla loro città il vescovo Eleusio, poiché aveva danneggiato i templi e profanato i sacri recinti, costruito asili per le vedove e stabilito dei rifugi per le vergini consacrate a Dio e perché invitava i pagani a rinnegare le tradizioni dei loro padri. Inoltre Giuliano interdisse ai cristiani estranei (monaci), che Eleusio aveva con sé, di metter piede a Cizico, allegando che il loro fanatismo li aveva resi naturalmente faziosi e perché avrebbero trovato complici e correligionari tra i cristiani della città come anche tra i lanaioli e i monetari dei laboratori pubblici » (H.E., V,15). A succedere a Eleusio, mandato in esilio, venne chiamato Eunomio, originario di Cizico e capo del neoarianesimo. Di condizioni umili, sappiamo che il padre era un fattore e « un uomo eccellente, salvo il fatto di avere un simile figlio » (Gregorio di Nissa, Contro Eunomio, 1). Appreso il mestiere di stenografo, divenne segretario e discepolo d’un altro ariano radicale di nome Aezio, dal quale apprese il suo modo sofistico di ragionare (Socrate, H.E., IV, 7). Divenuto vescovo di Cizico, « egli stupì gli ascoltatori con la sua straordinaria ostentazione di arte dialettica e fece grande impressione a Cizico, ma a lungo andare il popolo, incapace di sopportare più a lungo la sua vuota e arrogante parata di chiacchiere, lo cacciò dalla città. Si ritirò allora a Costantinopoli e prendendo dimora presso Eudossio, fu considerato un vescovo senza sede » (Socrate, l.c.). L’ostilità nei suoi confronti—oltreché per l’orientamento ariano da lui perseguito—è ascrivibile al fatto che molti cristiani di Cizico non avevano accettato la deposizione di Eleusio e gli si mantennero fedeli, edificando persino una chiesa fuori dalle mura cittadine. Qualche anno più tardi il loro vescovo Eleusio ritornò alla ribalta come uno dei capiparte dei macedoniani, ovvero di quanti negavano la divinità dello Spirito Santo e s’erano costituiti in partito. Quanti sostenevano Eleusio in questa sua posizione dottrinale possedettero una chiesa a Cizico che fu chiusa diversi anni dopo su richiesta del patriarca di Costantinopoli Nestorio (428-431). Occorre menzionare che il secondo successore di costui fu proprio un vescovo di Cizico: il famoso Proclo di Costantinopoli, il quale, benché eletto nel 426 alla sede metropolitana dell’Ellesponto, non vi prese possesso.
  A guidare questa comunità, alla fine del V secolo, fu eletto il figlio del generale Armatius, Basilisco.  La storia della Chiesa di Cizico è ricca d’informazioni anche per il periodo successivo. Basti ricordare soltanto che a guidare questa comunità alla fine del V secolo fu eletto il figlio del generale Armatius, Basilisco, cesare e pretendente al trono imperiale occupato allora da Zenone (474-491). In una sommossa di palazzo Armatius venne assassinato e il figlio Basilisco fu risparmiato soltanto attraverso una sua entrata nello stato clericale. A succedergli nel 536 troviamo il vescovo Eusebio, ucciso a tradimento presumibilmente su ordine di Giovanni, già prefetto del pretorio dell’imperatore Giustiniano ma caduto in disgrazia ed esiliato a Cizico dove, appunto, tramò contro il vescovo locale. Questi alcuni esempi della storia assai vivace di Cizico, metropoli dell’Ellesponto

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA
L’antica Cizico si raggiunge deviando a destra in una strada di campagna 8 km prima di Erdek, città che dà il nome al golfo. Erdek può essere facilmente raggiunta dalla strada che, costeggiando a tratti il Mar di Marmara, mette in comunicazione Çanakkale e Bursa.

Distanze:
da Balıkesir km 121
da Bursa km 127
da Çanakkale km 198
da Bandırma km 20

Provincia: Balıkesir
Aeroporto: İstanbu

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
Dispersi tra gli ulivi della campagna si possono rintracciare i resti dell’anfiteatro (II sec. d.C.), di un teatro romano e rovine della cinta muraria.

NELLE VICINANZE
Del Tempio di Adriano restano solo pochi ruderi e tratti di tunnel sotterranei.