Èpoco più di un villaggio quella che un tempo fu una cittadina fiorente chiamata Aegea, sita sulla sponda occidentale del golfo di Issos. Al pari di Alessandretta fu presumibilmente una colonia di Alessandro Magno, come sembrerebbe indicare il nome che richiama quello dell’antica capitale macedone.
Al pari di Alessandretta fu presumibilmente una colonia di Alessandro Magno, come Sembrerebbe indicare il nome che richiama quello dell’antica capitale macedone.
Plinio la chiama città libera. E Strabone precisa che in essa aveva sede un distaccamento della flotta siriaca. Vi sono ricordati dei cantieri navali e un faro. Sotto l’imperatore Alessandro Severo ottenne l’onore del neocorato a motivo del culto imperiale qui professato.
La vita religiosa della città sembra essere stata assai vivace, se si considera che in essa erano venerati Dioniso e Demetra, Zeus Eliopolitano e, soprattuto, Asclepio che vi possedeva un famoso santuario e figurava come protettore della città.
A questo santuario, noto nel mondo antico come uno dei maggiori centri di miracoli operati da Asclepio, figlio di Apollo, dal quale aveva ereditato il potere di guaritore, fa allusione lo scrittore Filostrato (170-? d.C.) ricordando che il taumaturgo pagano Apollonio di Tiana fece i suoi studi adAegea e trasformò « il tempio in un liceo e in un’accademia, tanto vi eccheggiavano ogni sorta di discorsi filosofici » (Vita di Apollonio I, 13). Filostrato, nel mettere in luce la figura diApollonio, rileva pure come il santuario di Asclepio fosse visitato da tantissime diverse persone in cerca di guarigione. In quanto rinomato luogo di culto pagano continuò a esistere sino al 326 quando Costantino ne ordinò la distruzione [1]. L’imperatore Giuliano l’Apostata (361-363),
Stando alla versione araba della vita dei santi Cosma e Damiano, essi avrebbero esercitato il loro servizio di medici proprio ad Aegea dove sarebbero stati decapitati nella persecuzione di Diocleziano
La presenza di una comunità cristiana costituita è attestata altresì dalla successione dei vescovi che conosciamo a partire da Tarcodimanto che prese parte al concilio di Nicea (325). Sappiamo che intorno adAegea fiorì anche la vita monastica ed eremitica. Ce ne dà testimonianza lo scrittore e monaco Giovanni Mosco, nato ad Aegea intorno al 550
. Nel suo scritto intitolato Il Prato, raccoglie diversi esempi di vita monastica ed eremitica, alcuni dei quali tratti da una personale esperienza. È Giovanni a informarci che nei pressi di Aegea esisteva un monastero chiamatoAchiba (Il Prato, 31); a quattro miglia dalla città viveva uno stilita di nome Simeone morto per un fulmine (Ivi, 57); a trenta miglia altri due stiliti, uno cattolico e l’altro eterodosso (Il Prato, 29), infine a dieci miglia da Aegea esisteva una chiesa dedicata a san Giovanni Battista e gestita da un sacerdote di grande virtù (Ivi, 27). Ancora Giovanni ci riporta il nome di due asceti, Teodoro il filosofo e Zoilo il lettore, viventi ad Alessandria, ma entrambi originari di Aegea (Il Prato, 171).
Nella seconda metà del XIII sec. divenne un importante porto del regno armeno di Cilicia e punto d’incontro commerciale tra Oriente e Occidente. A parte queste testimonianze di vita cristiana, la città di Aegea continuò a fiorire anche nel Medio Evo con il nome di Ajazzo o Lajazzo. Nella seconda metà del XIII sec. divenne anzi un importante porto del regno armeno di Cilicia e punto d’incontro commerciale tra Oriente e Occidente. È da qui che Marco Polo iniziò nel 1271 il suo viaggio verso la Cina [2]. Nel 1347 passò definitivamente dal dominio degli Armeni a quello dei Mamelucchi.