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ZEUGMA La diga Zeugmacostruita qualche anno fa sull’Eufrate proprio all’altezza di Belkis, ha portato con sé il fatto che l’antica Zeugma sia andata a finire sommersa dalle acque del lago artificiale. Vari esperti contribuirono a salvare i mosaici, prima che venissero coperti dalle acque, e altri reperti che potevano essere trasferiti nel museo di Gaziantep. Ora nell’antica Zeugma resta solo quanto si può ammirare al museo, il resto è sott’acqua.

Posta nella zona sud orientale della Turchia, Zeugma è il nome di due città, Apamea e Seleucia, fondate sulle rive opposte del fiume Eufrate.
Il sito archeologico fu individuato nel 1970. Nel giugno 2000 fu sepolto dalle acque dell’Eufrate a seguito della costruzione della diga di Birecik. Erano unite da un ponte (zeugma in greco significa unione, legame). Questo spiega perché in seguito questo agglomerato sia stato chiamato semplicemente Zeugma. Il sito archeologico fu individuato nel 1970 dall’archeologo tedesco JorgWagner. Nel giugno 2000 fu sepolto dalle acque dell’Eufrate a seguito della costruzione della diga di Birecik e parte dei preziosi mosaici scoperti a Zeugma furono trasferiti al museo di Gaziantep.
La città ebbe nell’antichità un’importanza strategica e commerciale di primo piano. Costituiva, infatti, il punto di unione traAnatolia e Mesopotamia. Come nota Strabone, il commercio attraversava l’Eufrate a Zeugma per arrivare a Seleucia sul Tigri. Teodoreto di Cirro riferisce che Serse (486-465), in viaggio per conquistare la Grecia e volendo attraversare il fiume con il suo esercito radunò un gran numero di navi e, unitele l’una all’altra, gettò in questo modo un ponte fluviale chiamando la regione Zeugma e, in conseguenza di questo fatto, diede lo stesso nome alla città (Storia dei monaci siri, V). A motivo dell’importanza strategica e commerciale avuto, Zeugma passò ripetutamente in mano a Romani, Parti, Persiani, crociati e, infine, Arabi.
A motivo dell’importanza strategica e commerciale avuto, Zeugma passò ripetutamente in mano a Romani, Parti, Persiani, crociati e, infine,Arabi. La sua fondazione, ossia il fatto che le sia stata data una particolare conformazione rispetto all’insediamento preesistente, risale al 300 a.C. ca. per opera di Seleuco Nicatore. La storia antica registra diversi episodi occorsi in essa. Basti ricordare che Crasso, in guerra contro i Parti, nel 54 a.C. passò l’Eufrate a Zeugma. E qui, nel 36 a.C. Antonio e Cleopatra assistettero a una parata militare del corpo di spedizione romano contro i Parti, ma Cleopatra fu costretta a tornare in Egitto, essendosi accorta di aspettare il suo quarto figlio. Quasi cent’anni più tardi (62 d.C.) Zeugma divenne campo base della legione III Scythica, qui trasferita in punizione della sconfitta subita nella battaglia di Rhandeia contro il regno parto. Ancora nella città fu assassinato il cesare Daidumeniano, figlio dell’imperatore Macrino, allorché Eliogabalo si impadronì del potere (218 d.C.). E qui, nel 36 a.C. Antonio e Cleopatra assistettero a una parata militare del corpo di spedizione romano. Ma fu anzitutto il confronto con i nemici dell’impero che continuò a trovare proprio in Zeugma un punto nodale. È da qui che infatti l’esercito romano con a capo l’imperatore Gordiano III e in guerra contro i Sassanidi, attraversò l’Eufrate riconquistando le città di Carrhan e di Edessa (243 d.C.). Nel VI sec. l’imperatore Giustiniano la fortificò contro i Sassanidi, ma nel 639 cadde in possesso degli Arabi.
Le prime notizie sulla presenza cristiana a Zeugma ci provengono dalla presenza del suo vescovo al concilio di Nicea (325), suffraganeo della non lontana Gerapoli di Siria. Tenuto conto il numero relativamente alto dei vescovi delle città comprese tra il fiume Oronte e l’Eufrate e nella parte settentrionale della regione possiamo ritenere che il cristianesimo vi si sia largamente diffuso.Teodoreto di Cirro ci informa piuttosto di un insediamento monastico a Zeugma iniziato da un cristiano di nome Publio. Teodoreto di Cirro ci informa piuttosto di un insediamento monastico a Zeugma iniziato da un cristiano di nome Publio, originario della città e morto intorno al 380. Dopo una prima esperienza eremitica, questi raccolse attorno a sé dei discepoli, nei pressi di Zeugma, dando vita a due monasteri, uno di monaci grecoparlanti e un altro per monaci di lingua siriaca. L’esperienza si protrasse per un certo tempo. Teodoreto riferisce che la salmodia veniva celebrata in comune tra i due gruppi che si alternavano ciascuno nella propria lingua [1].Alla sua morte le due comunità vennero distinte avendo due diversi igumeni: Teocteno, cui ben presto successe Teodoto e Afronio che in seguito divenne vescovo. Dalle lettere di Giovanni Crisostomo apprendiamo che egli affidò ai monaci di Zeugma l’impegno di evangelizzazione della zona dell’Eufrate. (lett. 49,53/54,123,126).Ancora a Zeugma nell’anno 433 ebbe luogo un sinodo di vescovi prodotto dalle tensioni emerse tra i vescovi del patriacato antiocheno a seguito del concilio di Efeso del 431.

NOTE DI VIAGGIO

COME CI SI ARRIVA
Zeugma si trovava nei pressi dell’attuale Belkis, era sulle rive dell’Eufrate poco sopra l’attuale diga. Da Gaziantep si va verso Şanlıurfa, sulla grande strada E90, poco prima di Birecik, in cui si attraversa l’Eufrate, c’è la deviazione per Belkiz

Distanze:
da Gaziantep km 44
da Nizip km 8
da Birecik km 20

Provincia: Gaziantep
Aeroporto: Gaziantep

LUOGHI E MONUMENTI INTERESSANTI
L’interesse maggiore per questo sito archeologico riguarda i mosaici che vi erano stati rinvenuti. Il sito è ora sommerso dal lago artificiale creatosi con la diga di Birecik sull’Eufrate, intorno all’anno 2000. I mosaici sono stati trasferiti al museo di Gaziantep, capitale di provincia.

FONTI STORICHE

UN MONASTERO BILINGUE
Così praticavano l’ascesi e lottavano quelli che parlavano la stessa lingua e innalzavano in greco inni a Dio; e il desiderio di una tale condotta di vita prese anche quelli di lingua indigena. Alcuni accorsero a supplicare di poter essere del gregge e fare parte del suo santo insegnamento. Egli (Publio) accolse la loro richiesta ricordandosi del comandamento che il Signore diede ai suoi santi apostoli, dicendo: «Andate ed insegnate a tutte le genti ». Costruita un’altra dimora accanto a quella, comandò di vivere in essa. Innalzato un sacro tempio, impose che all’inizio ed alla fine della giornata, questi e quelli di riunissero in esso per offrire a Dio gli inni della sera e del mattino, tutti insieme, divisi in due cori, ciascuno dei quali si serviva della propria lingua elevando in successione il canto.
(Teodoreto di Cirro, Storia dei monaci siri V, a cura di A. Gallico, Roma 1995, 134-135)